“Mollare tutto e andare via!” Quante volte lo abbiamo pensato! Ma come farlo? Forse il segreto per riuscirci è accettare di poter perdere tutto. L’autore aveva raggiunto quel punto in cui il desiderio di cambiare vita era più forte della paura che gli faceva restare ancorato a una realtà troppo stretta. Così a 28 anni, un giorno è uscito dal palazzo in cui aveva lavorato negli ultimi sette anni, si è girato verso l’entrata e ha realizzato che temeva di ritrovarsi vecchio, senza aver nulla da raccontare a eventuali figli o con il rimpianto, trent’anni dopo, di non aver avuto la forza di aver vissuto come avrebbe voluto. Così è partito per un viaggio indimenticabile, forse un po' folle ma che sicuramente lo ha reso molto più consapevole. Questo non è un semplice libro ma la trascrizione fedele del suo diario di viaggio, che racconta un’avventura durata 9 mesi, in cui ha girato per molti Stati dell’Asia: è stato in India, Sri Lanka, Nepal, Myanmar, Malesia ed Indonesia. Un viaggio che attraversa quel muro di separazione che invece si mantiene durante una vacanza. Aveva deciso di vivere questa avventura al massimo delle sue possibilità, immergendosi al 100% in quel mondo così diverso e a lui completamente sconosciuto, togliendo ogni pregiudizio e vivendo assieme ai locali. L’autore è partito senza sapere nemmeno una parola di inglese, imparandolo giorno dopo giorno. Si è lasciato trasportare come un ramoscello in un corso d’acqua; ha vissuto avventure che nemmeno la sua immaginazione sarebbe stata in grado di creare fino a qual momento, come dormire in una baracca su un albero a venti metri da terra, viaggiare per oltre 21 ore su un treno indiano di terza classe o altri mille incontri incredibili previsti dal destino. Di tutta l’Asia, lo ha affascinato in particolare il Nepal, che è diventato la sua seconda casa. Quel legame indissolubile lo ha portato a continuare ad andare a trovare i suoi amici nepalesi per qualche mese ogni anno. Qualche anno fa si è anche tolto il desiderio di raggiungere il Nepal via terra, ma quella è un’altra storia...