La vita è come si racconta, anzi la narrazione le dà spessore, estensione temporale, riscatto. La tragica storia, sussurrata in paese, di una giovane ragazza che si butta sotto un treno, istigata al suicidio per il disonore di una gravidanza fuori dal matrimonio, ha innescato la volontà di raccontare, perché le parole sono catartiche, possono rendere giustizia postuma. Ho esteso l’attenzione a tanti altri casi, meno tragici ma altrettanto dolorosi, di persone, in gran parte donne, schiacciate dai pregiudizi di una società di provincia, impedite nella piena realizzazione di sé. Perché la rievocazione possa squarciare il silenzio dell’ipocrisia.