Giovanni Testori nasce a Milano nel 1923 e muore nel 1993. La sua produzione è vastissima e si è distinto come narratore, pittore, critico d’arte e drammaturgo. La sua opera teatrale più famosa è “L’Arialda”, composta nel 1960. Segue la “Trilogia degli scarozzanti” con “l’Ambleto” del 1972, il “Macbetto” e “l’Edipus” del 1974 in cui si manifesta la sua tormentata spiritualità non ancora placata dalla conversione al cattolicesimo che si paleserà con la composizione di una nuova trilogia: “Conversazione con la morte” del 1978, “Interrogatorio a Maria” del 1979 e “Factum est” del 1981. Carattere portante di tutta la scrittura testoriana è l’utilizzo di un linguaggio originale creato dalla fusione della lingua lombarda con elementi della lingua francese ed inglese, che contribuisce a creare una prosa evocativa e suggestiva anche grazie ai neologismi desunti dalla poetica degli scrittori che egli maggiormente amava. La trilogia tragica degli scarrozzanti segna un momento centrale non solo nell’attività letteraria di Testori ma anche nel panorama culturale del secondo Novecento in cui il nichilismo imperante impedisce il realizzarsi del conflitto tra uomo e destino tipico della tragedia classica.