Esiste un linguaggio pop? Si può parlare di armonia pop? Sicuramente la popular music, riveste un ruolo centrale nella produzione artistica dell’ultimo secolo. Dall’esperienza americana del R&R dei primi anni ’50, all’hard rock inglese degli anni ’70, dalla beat generation al cantautorato italiano, il mondo musicale pop, ha sviluppato una serie di “standard” armonici, melodici e ritmici che hanno contribuito alla “formalizzazione” di un vero e proprio linguaggio. Così come nelle Sinfonie e nei Concerti del repertorio classico o nelle songs del repertorio jazzistico, anche la “canzone” si muove su strutture consolidate e su schemi ben definiti. In questo breve libro, cercheremo di approfondire, tramite degli esercizi, le fondamenta armoniche con cui un buon “musicista pop” dovrebbeleggi tutto
Esiste un linguaggio pop? Si può parlare di armonia pop? Sicuramente la popular music, riveste un ruolo centrale nella produzione artistica dell’ultimo secolo. Dall’esperienza americana del R&R dei primi anni ’50, all’hard rock inglese degli anni ’70, dalla beat generation al cantautorato italiano, il mondo musicale pop, ha sviluppato una serie di “standard” armonici, melodici e ritmici che hanno contribuito alla “formalizzazione” di un vero e proprio linguaggio. Così come nelle Sinfonie e nei Concerti del repertorio classico o nelle songs del repertorio jazzistico, anche la “canzone” si muove su strutture consolidate e su schemi ben definiti. In questo breve libro, cercheremo di approfondire, tramite degli esercizi, le fondamenta armoniche con cui un buon “musicista pop” dovrebbe confrontarsi, sia nella fase di apprendimento-percezione, che nella fase di composizione. Scale, intervalli e accordi rappresentano la genesi di una buona preparazione e di un efficace percorso sia in ambito didattico che in ambito performativo. Come affermava Daniel J. Boorstin: “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza.”
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